Gin Giniu con scatola di legno
- 66.00€
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Prezzo: 66.00€
Disponibilità: In Magazzino
Produttore: VECCHIO MAGAZZINO DOGANALE
Codice Prodotto: Gin Giniu con scatola di legno
GRADAZIONE: 40
CONTENUTO: 0,70 l
ubito dopo al guerra, dal 1946 in poi si sviluppò, in Sardegna un’intensa attività distillatoria. Erano tutte distillazioni di contrabbando e pertanto venivano svolte all’aperto nei cortili e generalmente nelle notti invernali. All’epoca le forze dell’ordine potevano entrare nelle case senza bisogno di alcun mandato, era sufficiente che sentissero l’odore del distillato e potevano, se non si apriva, sfondare la porta di casa e procedere al sequestro di tutta l’attrezzatura e arrestare il distillatore abusivo. Nonostante il rischio e la paura di essere scoperti si distillava tutto quello che il territorio offriva. Dal vinello al vino, dalle vinacce agli agrumi. Nella zona si distillavano soprattutto i prodotti più rappresentativi in termini di quantità e di qualità: uva vernaccia, vino vernaccia e galbuli di ginepro. Il distillato ottenuto era destinato sia al commercio sia all'autoconsumo. Nella vendita del prodotto si cercarono subito dei nomi che identificassero il prodotto ma che non fossero riconducibili, dagli organi di vigilanza, al prodotto ottenuto dalla distillazione clandestina.Il distillato di vinaccia fu denominato filu ‘e ferru, il distillato del vino abbardenti, il distillato di ginepro Giniu, dal nome della pianta di ginepro che in sardo si chiama giniperu. La “commercializzazione “ del Giniu è durata sino ai primi degli anni sessanta, poi fù abbandonata in quanto era molto più semplice e pratico distillare il vino o le vinacce, oltre al fatto che erano più ricercati. L’azienda Silvio Carta nel 1985 ha iniziato a distillare e quindi ha ritenuto corretto e identificativo della storia della Sardegna denominare il distillato di vinaccia: Filu ‘e Ferru, cosi come nel 2013 denominare il distillato dei galbuli delle piante del ginepro: Giniu
CONTENUTO: 0,70 l
ubito dopo al guerra, dal 1946 in poi si sviluppò, in Sardegna un’intensa attività distillatoria. Erano tutte distillazioni di contrabbando e pertanto venivano svolte all’aperto nei cortili e generalmente nelle notti invernali. All’epoca le forze dell’ordine potevano entrare nelle case senza bisogno di alcun mandato, era sufficiente che sentissero l’odore del distillato e potevano, se non si apriva, sfondare la porta di casa e procedere al sequestro di tutta l’attrezzatura e arrestare il distillatore abusivo. Nonostante il rischio e la paura di essere scoperti si distillava tutto quello che il territorio offriva. Dal vinello al vino, dalle vinacce agli agrumi. Nella zona si distillavano soprattutto i prodotti più rappresentativi in termini di quantità e di qualità: uva vernaccia, vino vernaccia e galbuli di ginepro. Il distillato ottenuto era destinato sia al commercio sia all'autoconsumo. Nella vendita del prodotto si cercarono subito dei nomi che identificassero il prodotto ma che non fossero riconducibili, dagli organi di vigilanza, al prodotto ottenuto dalla distillazione clandestina.Il distillato di vinaccia fu denominato filu ‘e ferru, il distillato del vino abbardenti, il distillato di ginepro Giniu, dal nome della pianta di ginepro che in sardo si chiama giniperu. La “commercializzazione “ del Giniu è durata sino ai primi degli anni sessanta, poi fù abbandonata in quanto era molto più semplice e pratico distillare il vino o le vinacce, oltre al fatto che erano più ricercati. L’azienda Silvio Carta nel 1985 ha iniziato a distillare e quindi ha ritenuto corretto e identificativo della storia della Sardegna denominare il distillato di vinaccia: Filu ‘e Ferru, cosi come nel 2013 denominare il distillato dei galbuli delle piante del ginepro: Giniu
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